Posted on by profdaquino
Occorre distinguere tra diversi santi che portano il nome Guglielmo. Innanzitutto san Guglielmo di Malavalle e San Guglielmo d’Aquitania, entrambi di origine francese e spesso confusi in un’unica figura, ma vissuti a tre secoli di distanza. Infine San Guglielmo da Vercelli.
1 – SAN GUGLIELMO DI MALAVALLE
Guglielmo di Malavalle (ca 1100 – 1157) è stato eremita e contemplativo.
Guglielmo di Malavalle nacque in Francia, si convertì e si diede alla vita eremitica, dimorando in vari luoghi della Toscana tra cui Castiglione della Pescaia dove trovò la morte. Fu il fondatore dell’eremo di Malavalle ed ispirò la nascita, successiva alla sua morte, dell’ordine dei Guglielmiti, poi confluiti negli Agostiniani. La leggenda racconta che abbia sconfitto un drago che infestava la palude di Castiglione.
Iconografia: San Guglielmo di Malavalle viene raffigurato spesso come un’eremita con vesti minimali ricoperte da un lungo mantello, altre volte invece con l’abito agostiniano, nero con il cappuccio. L’elemento più riconoscibile è un copricapo in ferro a fasce incrociate, simbolo della penitenza, a volte accompagnato da gabbie che gli stringono anche le braccia e le gambe. Spesso tiene un rosario tra le mani e un bastone uncinato con il quale sconfigge un piccolo drago.
In questo dipinto il Santo viene raffigurato alla destra della Madonna, con lo sguardo rivolto dalla parte opposta. Nella pala si possono riconoscere San Sebastiano, a sinistra, S. Maria Maddalena e Santa Lucia inginocchiate in primo piano, una schiera di angeli sullo sfondo.
Secondo la classica iconografia, è rappresentato come un eremita penitente, magro, con la barba lunga, vestito con una tunica grigia, che lascia intravedere i piedi scalzi, ricoperta da un lungo mantello marrone. Indossa i tipici attributi: il caschetto a fasce metalliche e il blocco sulla gamba, simboli della penitenza, il bastone uncinato con il quale ha sconfitto il drago, il rosario simbolo della preghiera.
Autore William F.
2 – SAN GUGLIELMO DI AQUITANIA
Guglielmo d’Aquitania (750 – 812 d.C.) fu cavaliere e monaco, conosciuto anche come San Guglielmo di Gellona o San Guglielmo di Orange.
Nato in Borgogna, nella Francia centrale, era figlio del conte di Autun, Teodorico I e nipote di Carlo Martello. Combattè come cavaliere contro i musulmani in Spagna. Nell’804 ritrovò un suo vecchio amico, Benedetto, ed insieme fondarono il monastero benedettino di Gellona, l’attuale abbazia di Saint Guilhem le Désert, dove si ritirò a vita monastica.
Iconografia: San Guglielmo d’Aquitania viene raffigurato con le vesti di un conte, con l’armatura da cavaliere, oppure con l’abito grigio del monaco che lascia intravedere la maglia metallica del cavaliere. Talvolta tiene in mano un libro o un rosario.
Nel dipinto di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, le figure si dispongono secondo un asse verticale ai cui culmini superiore e inferiore emergono la figura della Madonna col Bambino, affiancata da due santi e un angelo che indica verso il basso, e la figura di San Guglielmo d’Aquitania nell’atto di deporre la spada e
ricevere l’abito monastico da San Felice Vescovo.
Autore: Braytom L.
3 – SAN GUGLIELMO DA VERCELLI
Guglielmo da Vercelli (1085-1142) fu un abate eremita, è considerato il fondatore del monastero di Montevergine.
Di Guglielmo non si sanno né la data nascita né la data di morte precisa, le fonti medievali lo designano sempre con il toponimo “da Vercelli”. Il suo proposito era di vivere solo a pane e acqua, di dormire sulla nuda terra, di mantenere il silenzio durante le ore notturne come i monaci. Divenne monaco ed abate.
Iconografia: San Guglielmo viene spesso rappresentato con in mano un bastone ricurvo usato dai pellegrini e con la veste nera segnata da croci rosse. È spesso accompagnato da un lupo trasformato in un docile animale da soma.
Nella statua posta in una nicchia, il santo è vestito con il saio della congregazione di Montevergine, da lui fondata. Al collo porta una croce mentre nella mano destra tiene il pastorale. Seguendo la tradizione iconografica, con la mano sinistra benedice un lupo accovacciato ai suoi piedi e intimorito dal gesto del santo.
Autore: Andrian R.