Attualmente la chiesa è chiusa al culto

La chiesa di San Nicolò al Porto sorge sulla riva destra del porto canale. Vicino alla stazione di Rimini e al grattacielo, è il lato della parrocchia più propenso al mare. Un tempo si trovava sulla sponda sinistra del Marecchia, quando il fiume scorreva a Levante. Distrutta completamente ad eccezione del campanile, nell’ultima guerra, la nuova chiesa, consacrata il 10 aprile 1955, è stata ricostruita dalle fondamenta nel dopoguerra, sul terreno dell’antico complesso parrocchiale. Infatti, la sua origine risale al 1338 ed appartenne all’ordine dei Celestini, fondato da San Pier Celestino (Papa Celestino V).

Dopo la soppressione napoleonica e la partenza dei monaci il 6 luglio 1797, fu istituita la Parrocchia di S. Nicolò al Porto, il 29 Agosto 1797, con giurisdizione su tutto il territorio a mare: sinistra e destra del porto fino all’Ausa. Nel territorio parrocchiale, intorno al 1843, sorse lo Stabilimento Bagni ed ebbe inizio, per l’operosità della Gente del Borgo Marina, la grande avventura del Turismo su cui oggi si basa l’economia della città.

Era stata rinnovata e restaurata nel 1862, nel 1916 e nel 1925. Nel 1925 furono scoperti nella volta della Cappella maggiore affreschi del secolo XIV, ora conservati, in parte, nella canonica. 

Nell’abside abbiamo “San Nicolò patrono dei marinai”, copia del secentista riminese Lorenzo Gennari, allievo del Guercino. 

Sull’altare di destra troviamo “Crocifisso” sul tavolo che Luigi Tonini il Brandi e lo Zeri giudicano del ‘400 sull’altare di sinistra “Sant’Antonio che predica ai pesci” di Angelo Sarzi 1559 della scuola del Gignano. Nella chiesa è conservata la reliquia di San Nicola di Bari.

Cappella di destra:
Tre dipinti: al centro, “Sant’Antonio da Padova predica ai pesci”, olio su tela, ambito riminese, sec. XVII-XVIII. Sulla parete di destra si trova il “Martirio di S. Amato e Compagni”, olio su tela 1715. Sulla sinistra abbiamo “San Nicolò, patrono dei marinai”, del Masotti. olio su tela, sec. XVIII.

Cappella di sinistra:
Si possono notare tre statue: al centro dell’altare quella del Sacro Cuore, fine 1800. Alla base, a sinistra, statua di San Giuseppe, fine 1800. Alla base, a destra, statua di Sant’Antonio da Padova, in legno, sec. XVII-XVIII. Sulle pareti invece spiccano due dipinti: a destra “L’Assunta”, sec. XVIII, a sinistra “La Madonna della cintola”, prima metà del secolo XVIII, ambito romagnolo.

In Sagrestia: “Gesù crocifisso”, olio su tela del XVII, ambito riminese.

Nella canonica, sul portone d’ingresso, è ben visibile l’emblema in ferro dei Padri Celestini.

All’interno vi è l’antica Cappella Maggiore della chiesa dei Padri Celestini, oggi denominata Sala Celestina. Nella volta a crociera sono ancora ben visibili quattro affreschi trecenteschi di scuola riminese raffiguranti la creazione dell’Universo, la creazione di Adamo ed Eva, la cacciata dal Paradiso ed il lavoro della terra.

Il 9 maggio 2007 si è svolta l’inaugurazione della cappella dedicata alla venerazione della Reliquia di San Nicola.

Da otto secoli, infatti, una prestigiosa Reliquia di San Nicola, consistente nell’omero sinistro, è custodita in questa chiesa. I bombardamenti della Seconda guerra mondiale, che distrussero la chiesa, lasciarono però intatta la cappella, detta “cappella celestina”, che già allora custodiva la Reliquia. Questa veniva esposta alla venerazione dei fedeli in chiesa il 6 Dicembre, festa di S. Nicola, e in alcune altre occasioni. Con l’inaugurazione della nuova cappella oggi la reliquia è accessibile ogni giorno.

San Nicola di Myra è tra i santi più amati e venerati dalle Chiese ortodosse, sia greche, sia russe, sia slave, come pure dalla Chiesa Cattolica latina e dalle Chiese orientali cattoliche, per questo è considerato un concreto “simbolo ecumenico” di unità e comunione tra Chiese sorelle.