II Domenica di Avvento

LA PAROLA DI DIO VENNE SU GIOVANNI

Giovanni predicava un «battesimo di conversione per il perdono dei peccati». Attendere il ritorno glorioso di Cristo significa credere in lui, fare
spazio perché venga ad abitare in noi, lasciare che lui converta la nostra vita e ci faccia conoscere il volto del Padre suo che accoglie e perdona.

Dio guida la storia, ma a modo suo; egli si fa presente al momento giusto e sempre per un fine di felicità, perché ama tutti e vuole il bene di ciascuno. Le parole del profeta Baruc si posano come carezze su Gerusalemme, qui personificata, nel momento dell’amarezza e dello scoraggiamento (I Lettura). Il profeta la esorta a vestirsi a festa e a rinnovarsi nel profondo del cuore, di modo che dal suo essere e dal suo operare emani la presenza luminosa del Dio giusto e misericordioso, ed essa sia pronta a gioire con i suoi figli che Dio le ridona trionfanti dall’esilio. La Parola di Dio si posò su Giovanni Battista, afferma il Vangelo. Costui non è nell’elenco dei personaggi titolati, politici e religiosi, che aprono il Vangelo lucano, né vive in città, ma nel deserto. Però proprio a lui Dio affida la missione di inquietare le coscienze assopite, di indicare vie di salvezza, di far fiorire i deserti spirituali ed esistenziali. Quale precursore del Messia, Giovanni
incarna bene lo spirito dell’Avvento.


Dio libera e salva; ci viene incontro nella Chiesa, in ogni persona e circostanza; ci sorprende. L’intelligenza, illuminata dalla fede e dall’amore, ci permette di riconoscerlo oggi e di non temerlo domani, nel suo giorno (II Lettura).

don Giuliano Saredi, ssp

Data

05 Dic 2021
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  • Fuso orario: America/New_York
  • Data: 05 Dic 2021
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