V Domenica del tempo Ordinario
GESÙ, IL SERVO CHE SI PIEGA SUL DOLORE DELL’UOMO
Nel suo Figlio Gesù Cristo, Dio salva la persona nella sua totalità: corpo e anima. Dio non vuole la sofferenza, ma ne fa occasione per liberarci dal peccato e per poter vivere in lui. Persone liberate e perdonate sono il segno dell’avvento del regno di Dio sulla terra.
L’autore del libro di Giobbe (I Lettura) presenta la vita dell’uomo su questa terra quale duro servizio e i suoi giorni come quelli di un mercenario. La vita, piena di tribolazione, appare come un soffio. In questa esperienza che tutti facciamo, insieme al salmista lodiamo e invochiamo il Signore che si china sulle nostre ferite per fasciarle, innalzando gli umili e abbassando fino a terra i malvagi.
L’evangelista Marco narra una giornata di Gesù, il sabato di Cafàrnao. Egli dalla sinagoga passa ad un luogo intimo di famiglia, la casa di Simone e Andrea. La suocera di Simone, che è febbricitante, viene subito presentata al Maestro. Gesù si accosta a lei con tenerezza, la prende per mano, sollevandola. Guarita, ella apre le mani per servire i suoi fratelli. Al tramonto del sole, quando termina l’umana speranza, portarono a Gesù ammalati e indemoniati ed egli li guarì, manifestando la venuta del regno dei cieli. Al mattino presto Gesù si ritirò nella solitudine per pregare, riprendendo l’itinerario dell’evangelizzazione. L’apostolo Paolo (II Lettura) sottolinea la gratuità del lavoro della predicazione del Vangelo. L’Eucaristia ci renda servi dei deboli.
don Francesco Dell’Orco
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