Quest’anno mi piace fare gli auguri di Natale con questee parole di don Primo Mazzolari (dall’omelia nella Notte di Natale del 1955).
«Tutto è piccolo e tutto è grande nel mistero di questa notte di Natale:
è piccolo il bambino che è nato, è piccola l’ostia che metterò sulle vostre labbra.
Ma un bambino che cosa rappresenta? Ditemelo voi.
Non è quello che rappresenta il domani?
Non è il piccolo segno di una vita che cresce, che diventerà, che prenderà il suo posto, che sarà domani un uomo?
E quel piccolo pane, che metterò — ripeto — sulle vostre labbra, che cosa rappresenta, se non il fermento di quella vita di redenzione che noi qualche volta dimentichiamo, che spesse volte soffochiamo.
È la notte del mistero.
E voi sapete che il mistero amabile della nostra redenzione incomincia proprio così, con un bambino.
La nostra vita religiosa, il nostro cristianesimo, la nostra fede, incominciando da questo povero sacerdote che vi parla, è ancora così piccola; crediamo così poco, speriamo così poco, amiamo così poco. Ricordatevi che la redenzione è in queste tre parole: credere, sperare, amare». […]