Il messaggio non è contenuto nella bottiglia, ma è scritto all’interno di un cuore. “Beato Alberto, prega per tutti noi. Amen”. L’italiano è perfetto, ma la preghiera è di Damian, che viene dalla Germania.
Quello di Damian è uno dei tanti messaggi dei visitatori della tomba del beato alberto Marvelli, nella chiesa di Sant’Agostino. In pieno centro storico a Rimini, la chiesa è famosa per i dipinti del Trecento Rimìnese, ma è pure meta di continue visite perché dal 5 ottobre 1974 ospita i resti mortali di Marvelli.
La salma dell”«ingegnere della carità» non ha sempre riposato a Sant’Agostino. All’indomani della morte, Marvelli è stato tumulato al cimitero di Rimini, ma la sua fama si è diffusa immediatamente varcando i confini della diocesi. Ne parlano giornali, riviste cattoliche e laiche, rotocalchi, radio e televisione, per cui si impone la traslazione della salma dal cimitero ad una chiesa cittadina. La scelta cade sulla chiesa di Sant’Agostino, per la sua centralità.
Sull’album posto accanto alla tomba i visitatori scrivono pensieri, invocazioni, preghiere. Sono moltissimi: uomini, donne, giovani; soprattutto molti giovani. “Ogni cinque mesi l’album si riempie di messaggi e dobbiamo cambiarlo con un quadernone nuovo”, fa notare Isabella della segreteria della parrocchia.
Nel quaderno si trovano frasi interessanti: meriterebbero tutte di essere lette. Colpisce in modo particolare il tono confidenziale con il quale le persone si rivolgono ad Alberto, anche chi non lo ha conosciuto. “Caro Alberto” è l’inizio comune di tante richieste; “Ciao Alberto” è l’espressione più usata dai giovani. Con lui tutti sentono di poter instaurare un rapporto di cordialità e di amicizia: ispira simpatia, emana un calore fraterno. Confidano all’album le loro richieste, con la convinzione che Alberto risponderà generosamente alle invocazioni. “Aiutaci ad amare la vita e Gesù, dacci forza e facci capire la strada da seguire. Intercedi per noi” scrive Rosaria. “Beato Alberto, ti affidiamo il nostro gruppo di Salzano e Peseggia (provincia di Venezia), qui a Rimini per un campo scuola. Fa’ che il tuo buon esempio faccia breccia nei loro giovani cuori” è la richiesta dei loro educatori.
Molti scrivono per ringraziare di essere stati esauditi nelle richieste (un esame scolastico e sanitario, un colloquio professionale, ecc.). Tante suppliche non afferiscono all’ordine delle cose materiali, come il lavoro e la salute, ma a grazie spirituali: la pace in famiglia, che i genitori tornino a riunirsi, la vita interiore, la grazia di imitarlo, la serenità, la rettitudine per i figli.
In maggioranza scrivono italiani ma – specie d’estate – con il beato Alberto si può fare il giro del mondo: Gran Bretagna, Polonia, Germania, Repubblica Ceca, Francia. “Dopo più di un anno – scrive C. – ripasso a salutarti. Non vengo più qui, ma ti porto con me, nella mia «vita motorizzata»: Alberto è sentito come “uno di noi” al quale avvicinarsi anche per rinascere ad una vita migliore, più piena.
scritto da P. G. sul settimanale “ILPONTE” 28 luglio 2024