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Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto. Paolo  24 settembre 2025

Ho un’esperienza anche io come catechista, diversi anni condotti in coppia con un altro catechista uomo, graditissimi a tutti, ragazzi e genitori, preparati a comunione e cresima sempre con gioia, partecipazione e anche contenuti profondi, due esperienze differenti con un parroco che concedeva la massima autonomia ed uno intransigente che ci forniva addirittura il materiale suo affinchè non “deviassimo”.
A parte le due differenti situazioni, Cresima e Comunione ai nostri tempi sono visti come due “traguardi” dopo i quali l’impegno e la frequenza cessano. Come avere finito la scuola, il corso di tennis o conseguito la patente. Non si vede più nessuno. Nessuno, nemmeno quelli più impegnati e preparati.
La mia impressione è che il messaggio cristiano trasmesso a bambini serva ormai a poco, anzi rischia di essere addirittura controproducente. Di Gesù bambino, babbo natale e santa lucia fanno poi di tutta l’erba un fascio … semplicemente non ci credono più, sono cose da bambini. Perchè giustamente il mondo reale presenta loro le cose con un metodo scientifico e così si smette presto di credere nei miracoli, nei racconti poco verosimili, di cose che poi da adulti diventano “favolette”. La Madonna vergine, Gesù che scende dal cielo, risorge e risale in cielo, Gesù che fa i miracoli come un prestigiatore …… (in cielo ci sono gli astronauti mi dicevano i bambini!).
Il bisogno di spiritualità però nell’uomo moderno rimane, anzi in un mondo insicuro e indecifrabile come quello che viviamo cresce ancora di più … perchè nonostante la teologia della chiesa sia ferma alla rappresentazione di un mondo medioevale e prescientifico e ci presenti ancora le vicende bibliche come fatti reali da credere come tali, la risposta alle domande fondamentali perchè esistiamo? perchè esiste il mondo? perchè c’è il male? sono ancora inevase e rappresentano all’uomo contemporaneo ancora un enorme mistero. E’ così che poi le filosofie orientali, lo yoga, la meditazione … hanno più successo del messaggio di Gesù.
Dovremmo forse fare catechismo agli adulti? Forse sì … e con modalità più aderenti alla mentalità contemporanea, che ha difficoltà a credere nella dualità del mondo e nella trascendenza, ma che piuttosto è più predisposta ad un’analisi “spirituale” e “simbolico-interpretativa” di quello che è narrato nei libri sacri.
Non nascondo poi gli imbarazzi davanti a tante domande: perchè i nostri compagni di scuola (ortodossi, musulmani ….) non fanno catechismo con noi? ma gli ortodossi non sono cristiani anche loro? perchè Dio ha curato il bambino che ha pregato san Carlo Acutis e ne lascia morire tantissimi altri, innocenti come lui? E’ un Dio di estrema crudeltà un Dio come questo… non dovrebbe essere onnipotente e con un Amore infinito?. Risposte difficili anche per un catechista. […]


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Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto. Anonimo 24 settembre 2025

Ma la cosa bella di essere un catechista è quello di trasmettere l’amore e la parola di Dio in cui non giudica ma si mette in ascolto e si relaziona non solo con i genitori ma anche con i figli come fa una comunità cristiana senza fare le gare.


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Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto. Nino 23 settembre 2025

È compito del catechista (maschio e femmina) trasmettere il contenuto intero (sia quello che può risultare piacevole sia quello che può esserlo meno) della fede cattolica ai bambini/ragazzi che frequentano il catechismo per ricevere i sacramenti della Santa Eucaristia e della Santa Cresima. […]
Senza questa consapevolezza è come se si svendessero i sacramenti. […]
È mortificante vedere in fila per ricevere la Santa comunione tanti ragazzi (ed anche adulti) che si muovono con atteggiamenti del tutto superficiali e distratti che mostrano chiaramente che manchi la consapevolezza di Chi si va a ricevere.
Quanto sopra potrebbe comportare una diminuzione alla partecipazione al Catechismo ma sicuramente i partecipanti saranno più motivati e alla fine del catechismo avranno una preparazione ed una consapevolezza adeguate conoscendo le basi del contenuto della Fede ed evitando, come avviene oggi, che regni una pressoché totale ignoranza in merito. […] Occorre pertanto rivedere del tutto le modalità ad oggi adottate e assumere posizioni catechetiche di grande serietà. […]


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Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto. Marco 23 settembre 2025

Mi associo al tema proposto e alla sua analisi. Da decenni si sapeva (noi laici) che la catechesi così impostata serviva a poco o nulla.  Occorre puntare sulla catechesi degli adulti visto che il messaggio cristiano non c’è più. […]


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Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto. Rosanna 23 settembre 2025

Il problema sta alla base sia delle famiglie che della comunità parrocchiale, mi spiego : alle famiglie dei ragazzi andrebbe chiesto il perché li hanno inseriti in un cammino di catechesi e se loro per primi si vogliono impegnare a seguirli e a collaborare con i catechisti nel cammino di fede e questo fatto in una riunione dove sono presenti sia i figli , il parroco e la comunità a cui viene chiesto di accogliere come parte integrante le famiglie in un gruppo apposito per renderli partecipi della realtà parrocchiale a cui fa capo il parroco affiancato dalle catechiste dei ragazzi.
Se la comunità parrocchiale è grande si possono attuare più gruppi in base alle fasce di età.
Ripeto il problema non sono i ragazzi con cui è facile attuare un buon rapporto ma la famiglia che vede il catechismo come un’altra attività insieme a tante che i ragazzi hanno.
E di base per noi catechisti ci sta l’amore sconfinato e meraviglioso che Gesù dona ad ognuno di noi per donarlo a chi Lui ci invia.


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Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.  Enri 23 settembre 2025

Hai ragione. Quella del coinvolgimento delle famiglie è un grande problema.
Nella mia diocesi, Brescia, il catechismo viene fatto ai bambini e, in contemporanea ma separatamente da loro, anche ai genitori (nn so se è così ovunque). Ho tenuto per 10 anni gruppi di genitori.
E proprio da questo mi sono reso conto che, se non c’è un minimo di impegno da parte dei genitori, ai ragazzini interesserà ben poco di Gesù e della Chiesa.
Giustamente vedono i genitori disinteressati e si chiedono perché dovrebbero esserlo loro….hanno ragione. I bambini tendono ad imitare e per osmosi accolgono con piacere ciò che piace ai genitori. Lavoriamo sui genitori: sono loro i primi catechisti.


di: Sergio Di Benedetto
estratto Dal blog “Vino Nuovo”, 18 settembre 2025