Tra pochi giorni riprenderanno le Benedizioni pasquali. È la seconda parte della visita alle famiglie della parrocchia (suddivisa in due anni).
Desidero incontrarvi e ascoltarvi, anche se per breve tempo; conoscere le vostre gioie e le vostre fatiche e, dove è possibile, vorrei pregare brevemente con voi.
Certamente il Signore gioirà nel vederci riuniti grazie a questa vostra accoglienza e la Benedizione rivolta al Signore e ricevuta dal Signore sarà per tutti un seme di pace nel cuore.
Questo passaggio del parroco nelle case della parrocchia in preparazione alla Pasqua è una tradizione antica.
In questi ultimi anni viene completata o sostituita anche dalla visita di alcuni parrocchiani. Ha lo scopo di confermare o risvegliare in tutti noi battezzati la fede in Gesù e l’unione col suo Corpo che è la Chiesa, la comunità visibile.
Per questo vengo nelle vostre case, a bussare alla vostra porta, rappresentando l’intera comunità parrocchiale, che si riconosce tale non solo quando ci si ritrova in chiesa, ma ovunque e sempre, perché ‘comunità’ non è un’idea, ma siamo tutti noi battezzati che viviamo in questa città.
Le persone, la casa, le cose: tutto viene benedetto con il Rito della Benedizione, perché tutto è del Signore e santificato da lui.
Qualcuno, purtroppo, vive questo incontro con uno spirito superstizioso, aspettandosi che la Benedizione lo preservi da problemi, sofferenze, ma il grande mistero del dolore e della sofferenza del mondo non riusciamo ad illuminarlo se non con la Pasqua di Gesù, passaggio di morte e di risurrezione.
Così, la Benedizione Pasquale porta pace e gioia perché ci ricorda di chi siamo figli e che abbiamo un Padre che ci ama e non ci abbandona e che ci invita a vivere uniti, nella grazia di Dio, praticando opere buone, in comunione col Signore Gesù, la Vergine Maria e i Santi.

don Renato