Venerdì Santo – Passione del Signore
Il Venerdì Santo si ripercorrono gli ultimi momenti della vita di Gesù, dal suo arresto fino alla sua morte, attraverso la lettura della Passione secondo Giovanni. Il rito dell’Adorazione della Croce fa memoria del momento in cui Gesù è morto sulla croce.
Da quel momento in poi c’è silenzio, tutto tace. La chiesa è spoglia e gli altari “nudi”, senza tovaglia. Non c’è più la presenza di Gesù nel sacramento dell’Eucaristia, né nel tabernacolo né sull’altare della riposizione. Viene messa una grande croce in mezzo alla chiesa e davanti ad essa i fedeli possono sostare in preghiera e in adorazione personale.
Durante tutta la giornata non ci sono funzioni. La croce viene tolta dal mezzo della chiesa. Si può venire in chiesa per pregare e soprattutto per fruire del sacramento della Riconciliazione. I sacerdoti sono in chiesa tutta la giornata proprio per questo.

VOLGERANNO LO SGUARDO A COLUI CHE HANNO TRAFITTO
La sobrietà dignitosa della celebrazione della Passione del Signore, i suoi segni, il silenzio e il raccoglimento non devono comunicare tristezza del lutto, ma disporre i nostri cuori all’accoglienza dell’amore di colui che umiliò se stesso per darci tutto.
Siamo stati convocati a questa azione liturgica per contemplare il volto del sfigurato di Cristo, flagellato e condotto a morte per le conseguenze del nostro peccato. Questo volto ci appare sofferente, ma profondamente dignitoso: Cristo ha accolto liberamente la sua passione e morte per per mostrare che sono l’amore e il bene che hanno la vittoria. Con sentimenti di vera pietà e di fede riviviamo questo mistero si derenzione
don Tiberio Cantaboni
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