Grazie a tutti quelli che hanno animato e partecipato alla Settimana Mariana dedicata alla Madonnina del Giglio
La città di Rimini e i suoi cittadini hanno una grande venerazione e una sentita devozione nei confronti dell’immagine miracolosa della Madonnina del Giglio, antica cappellina sul lato destro del Corso d’Augusto, al numero 190, vicino alla chiesa dei Servi (Santa Maria in Corte). La cappellina della Madonna del Giglio si trova sempre aperta durante il giorno.
Il quadro della Madonna leggermente sorridente con il bambino benedicente è al centro della parete di fronte alla porta d’ingresso e lo si vede dalla strada; i passanti vi danno un occhiata, alcuni fanno un cenno, un segno di croce, altri si fermano per una preghiera o per accendere un lume.
Il primo sguardo è per lei, che fissa il visitatore con occhi attenti e pronti ad accogliere il saluto dell’Ave Maria e una preghiera. In suo onore ci sono un cero e una lampada, sempre accesi, e deposto un vasetto di fiori, e si notano i segni dell’affetto, della venerazione dei devoti che fanno la loro visita per salutarla o per pregare e ottenere la sua intercessione di Madre.
STORIA
Il modesto ingresso in travertino è frutto della ricostruzione postbellica, ma la cappella è molto più antica. La celletta della Madonna del Giglio fu costruita dalla famiglia Ricciardelli nell’area di un’antica torre. La fortificazione, ricorda Battaglini nelle sue “Memorie istoriche”, faceva parte delle mura del IV secolo e quindi della “Corte dei Duchi”, il fortilizio dei signori bizantini di Rimini. Quindi era stata inglobata nel palazzo Battaglini ed era diventata una delle tante torri gentilizie della città. La leggenda riportata dal Clementini racconta che in questo piccolo luogo di culto anticamente aveva bottega un falegname o un maniscalco, che viveva con la madre. Quest’ultima fu costretta a trasferirsi a causa di una malattia ed il maniscalco prima di partire posò un bocciolo di Giglio accanto al quadro raffigurante la Madonna con il bambino appeso nella sua bottega per chiedere la guarigione della madre. Al suo ritorno con sua sorpresa il giglio era sbocciato e la madre guarita. Visto l’accorrere di devoti in questo luogo per chiedere delle grazie, nel 1467 venne costruita la celletta. Questo edificio, come la maggior parte degli stabili riminesi, fu danneggiato durante il terremoto del 1786, ma fu prontamente restaurato dalla famiglia Battaglini insieme al loro palazzo. Nel 1924 le aree di proprietà dei Battaglini vennero vendute a Luigi Sartini e fratelli: nell’atto di vendita si specificava chiaramente che, nello stabile in Corso d’Augusto al pianterreno, si trovava una celletta votiva dedicata alla Madonna ed aperta al culto. Nel tale atto la celletta venne esclusa dalla vendita per inalienabilità, in ogni caso fu consegnata agli acquirenti con la clausola di perpetua destinazione al culto.
La cappella, quindi, rimase inalterata mentre gli altri edifici divennero la sede della concessionaria Fiat dei fratelli Sartini. L’antico corpo di fabbrica del palazzo Battaglini, quello prospiciente alla piazzetta San Martino, rimase di proprietà della famiglia. Si trattava di un edificio più piccolo e meno pregiato; Venne demolito negli anni 60 stravolgendo con un condominio l’equilibrio degli edifici circostanti. La celletta venne ricostruita dopo i danni provocati dalle mine tedesche. Oggi dell’originale luogo di culto resta solo il piccolo quadro del ‘400 dedicato alla Beata Vergine Maria e al Figlio.
IL DIPINTO
Il dipinto è stato rimaneggiato più volte secondo i gusti delle diverse epoche.
L’autore è sconosciuto, comunque viene fatto risalire al quindicesimo secolo.
La Vergine, in trono, sorridente, tiene in braccio e sulle ginocchia il Bambino Gesù, appena coperto con un drappo, nell’atto di benedire.
Il quadro emana serenità ed accoglienza nella sua semplice bellezza.