La Chiesa di Sant’Agostino, sita nel centro storico di Rimini, è una delle chiese più grandi della Diocesi di Rimini. È l’unica nella provincia di Rimini che conserva, almeno esternamente, un carattere architettonico medievale. L’attuale aspetto è dovuto ai restauri e all’isolamento operati negli anni Venti e Trenta del Novecento.

La parte meglio conservata e più suggestiva è quella dell’abside e del campanile (alto ben 55 metri), di forme moderatamente gotiche. I portali in pietra appartengono al XVII e XVIII secolo, e sono sormontati entrambi da un’aquila che è il simbolo “apocalittico” di san Giovanni Evangelista.


La chiesa è sempre stata dedicata a san Giovanni evangelista; ma, essendo appartenuta agli Eremiti dell’Ordine agostiniano, viene comunemente detta di Sant’Agostino. 

La costruzione è databile agli ultimi decenni del Duecento ed è dovuta agli Eremitani di sant’Agostino, ai quali nel 1256 era stata concessa l’antica e modesta chiesa parrocchiale dedicata a san Giovanni Evangelista, posta proprio al centro della città. Gli Eremitani la ricostruirono molto più grande, forse a partire dal 1287, quando riuscirono a concludere positivamente una vertenza con la vicina parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo. Con il tempo la chiesa si arricchì di altari, cappelle e opere d’arte, almeno fino a quando gli Agostiniani furono soppressi e dispersi dal governo napoleonico nel 1797.

Nella parete di fondo del presbiterio, dietro all’altare, ora si possono di nuovo ammirare gli originari affreschi trecenteschi, con una maestosa raffigurazione di Cristo in trono fra i santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista, nella lunetta; una grande Madonna in trono con il Bambino, al centro; e più in basso la scena del “Noli me tangere”. Sulle pareti laterali, in due registri sovrapposti, sono affrescate storie della vita di san Giovanni Evangelista e di sant’Agostino. Tutta la decorazione è opera di pittori riminesi (probabilmente i fratelli Giovanni e Giuliano Zangolo, considerati i fondatori della “scuola riminese del Trecento”, tributaria di Giotto, che la eseguirono nei primi decenni del Trecento, forse dopo il terremoto che aveva colpito la città nel 1308 e prima del Capitolo generale degli Agostiniani che si tenne proprio in questa chiesa nel 1318.

Degli stessi pittori la chiesa custodisce sulla parete di destra della navata un grande Crocifisso dipinto su tavola sagomata, esemplato su quello eseguito da Giotto alla fine del Duecento per la chiesa riminese dei Francescani, oggi nota come la Cattedrale di Rimini.

Sulla parete sinistra, invece dopo il primo altare, si trova oggi il moderno sepolcro del Beato riminese Alberto Marvelli (1918-1946), canonizzato il 5 settembre 2004; al di sopra di questo è appeso un affresco trecentesco di scuola riminese raffigurante la Madonna in trono con il Bambino fra i santi Giovanni Evangelista e Agostino, staccato nel 1990 da un locale adiacente alla chiesa, parte dell’antico monastero agostiniano.

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